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I premiati
L’Italia in concorso al festival di Cannes 2013? A bocca asciutta, o almeno parrebbe. Tutte le previsioni (che quasi mai hanno riscontri reali), su un possibile premio a Paolo Sorrentino per il suo La grande bellezza, hanno deluso. Niente. Nemmeno il premio della giuria che era riuscito a conquistare Il Divo nel 2008. Il cinema italiano non è stato apprezzato? Non proprio. Si è disquisito solo del film italiano “più famoso” ma non di tutto il resto, di quello che non è così evidente ma che c’è, nonostante tutto. Stiamo parlando di quelli che tentano di emergere, piccoli pesci che faticano a sopravvivere nel piccolo stagno della commercializzazione, occupato e gestito da pochi grossi nomi. , oltre a quello per la migliore rivelazione.
E poi c’è la menzione d’onore della giuria ecumenica assegnata a Miele, coraggioso esordio alla regia di Valeria Golino. Pare poco? Forse, ma è comunque un inizio. Non ci sono solo due o tre nomi in Italia. C’è una generazione che cresce, che scrive e che ha tanto da dire. E non si tratta di emergenti over quaranta (per non dire senior) ma di giovani nel vero senso della parola con passione, voglia di fare e capacità di raccontare. C’è un mare, basta solo non fermarsi in superficie. Avere pazienza, immergersi in profondità e cercare le perle nascoste nel mare della mercificazione. Cercare i prodotti pregevoli non sufficientemente pubblicizzati ma che esistono, grazie al cielo, e che rendono ancora più ricco il panorama cinematografico italiano. La varietà e la qualità dovrebbero e devono essere il nuovo must.
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