Uno sguardo sul futuro

Uno sguardo sul futuro

Google glass & Co.

Vi ricordate tutti “Ritorno al Futuro II”? Certamente il secondo episodio del film di Robert Zemeckis è ricordato anche per le numerose “chicche” futuristiche che proponeva. Uno sguardo sul futuro fantasioso. Dalle nike provviste di auto lacci, fino al monopattino che fluttuava nell’aria senza il supporto delle ruote.

google glass

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Ci stiamo avvicinando a quella famosa data 21 ottobre 2015 e viene spontaneo chiedersi se alcune delle novità immaginate nel lontano 1989 siano ad ora reali o per lo meno in fase di progettazione. Oggi ci allacciamo ancora le stringe, gli skateboard usano ancora le vecchie ruote e le auto fanno di tutto tranne che volare. Possiamo quindi concludere, con un po’ di delusione, che tutto quello che Doc e Marty hanno visto nel 2015 probabilmente non ci sarà. Nulla tranne forse un piccolo oggetto, marginale nel film: gli occhiali futuristici di Doc. Tramite questi il geniale scienziato vedeva le informazioni viabilistiche, le macchine che lo seguivano e aveva davanti agli occhi tutte le informazioni che potevano servirgli in qualunque momento.

Nel 2013 Google ha lanciato un prototipo, i Google Glass, ovvero degli occhiali che ci permetteranno di avere un’esperienza di realtà aumentata, arricchendo tutte le percezioni veicolate dalla nostra vista con informazioni e nuove esperienze multimediali. Sarà così possibile sapere tutto di un monumento solo guardandolo e, nello stesso tempo, scattare una foto o girare un video per immortalare istantaneamente i nostri momenti più belli. Potremo viaggiare in auto con un navigatore in tempo reale, un co-pilota virtuale, che ci indica il percorso meno trafficato o ci avvisa della presenza di lavori in corso lungo il nostro percorso, riconosceremo un paio di scarpe in offerta o un nuovo capo alla moda, semplicemente guardandoci intorno durante i nostri spostamenti quotidiani.

Film con i Google Glass?

Nel frattempo, in attesa che questa unione diventi tale, si segnalano già alcuni tentativi bizzarri di utilizzare questi futuristici occhiali. Il mondo del cinema hard prova subito a trovare una nuova via per rilanciarsi: è di pochi giorni fa il trailer del primo film hard girato con i Google Glass. Due noti attori del genere indossano gli occhiali mentre fingono di fare sesso. Abbiamo così un filmato a realtà aumentata in cui troviamo una prospettiva del tutto nuova di approccio al film.

Questo trailer potrebbe essere l’inizio di un nuovo modo di girare un film? Siamo all’alba di una nuova filmografia maggiormente interattiva in cui lo spettatore interagisce con le immagini? Oppure si tratta solo di una trovata di marketing di un noto app-store per adulti per aumentare le proprie vendite? Lo sapremo solo tra qualche mese, la cosa importante da sottolineare è che la strada che ci porta a quella data cinematografica del 21 ottobre 2015 è più vicina di quel che si pensa e le innovazioni posso essere molteplici.

Stefano Buroni

Barbie e il mondo che cambia

Barbie e il mondo che cambia

Da un’idea di Ruth Hadler

Da un’idea di Ruth Hadler, nel 1959, venne messa in commercio una bambola con le sembianze di un’adulta. Nacque così, per mano della grande casa di produzione di giocattoli Mattel, Barbara Millicent Roberts, più comunemente conosciuta con il nome di Barbie. Negli anni è stata la bambola più venduta al mondo: si stima che oltre 1 miliardo di esemplari sia stato venduto in 150 nazioni, anche grazie ad un tipo di strategia di marketing che si basava su una forte campagna pubblicitaria televisiva che poi è stata seguita da tutti i giocattoli a venire. Su questa bambola, nel corso di oltre cinquant’anni, si è detto tutto e il contrario di tutto.

È una figura indipendente, fidanzata da decenni senza sentire il bisogno di sposarsi, ha amici di nazionalità diverse, sa far tutto, è bella e, talvolta, chi gioca con lei tende a sentirsi fisicamente inadeguato. Negli anni la sua immagine è stata sinonimo di superficialità e stupidità. Venerata da molti bambini e osteggiata da altrettanti genitori la Barbie è arrivata, pur perdendo in parte la propria popolarità, fino ai giorni nostri. Il suo personaggio si è sempre reinventato tanto da diventare infermiera, pilota, veterinaria e recentemente anche hostess.

Gruppo Barbie Alitalia

Gruppo Barbie Alitalia

La mostra

La Barbie infatti è stata esposta in una mostra, secondo un accordo Mattel/Alitalia, mostrando le divise d’epoca che ripercorrono la storia delle assistenti di volo. Il ricavato dell’asta è poi stato devoluto in beneficenza. La Barbie ha attraversato varie fasi della propria esistenza: dalla Star anni Ottanta che ricalcava le fattezze e il mito di Farrah Fawcett, ad una donna al passo con i tempi.

A tal proposito, l’artista statunitense Nickolay Lamm si è semplicemente chiesto perché la Barbie, invece di rappresentare un modello fisicamente perfetto e pericolosamente irrealistico, non possa essere più “umana”. E così togliendo il trucco, diminuendo centimetri di altezza e aumentando un po’ il peso, si ha una Barbie che segue i canoni estetici di una donna media che vive nella realtà perché, secondo Lamm, le imperfezioni arricchiscono e rendono più veri. E perché un prodotto non cada nell’oblio dovrebbe seguire l’attualità per rinnovarsi continuamente e, proprio in questo caso, l’attualità deve fare i conti con la discesa nel mondo reale.

Ricetta di comunicazione calcistica

Ricetta di comunicazione calcistica

Il dopo scudetto

Oltre un mese dopo aver vinto lo scudetto, sul sito ufficiale della Juventus è comparso un video dal titolo La ricetta del 31esimo scudetto della Juventus. Un video di comunicazione calcistica. Indipendentemente dalla fede calcistica, dalla squadra, dai giocatori e dal calcio mercato, il video risulta curioso. Viene ripercorso l’ultimo campionato della Juve non in maniera didascalica, come invece ci si aspetterebbe, ma con un tono leggero e scherzoso che potrebbe essere visto sia da bambini che da adulti poiché paragona il raggiungimento dello scudetto ad un piatto di alta cucina.

juventus

 

 

Si aggiungono vari ingredienti, li si shakera e si ottiene una ricetta di successo. Il video non mostra i migliori goal, non ci sono immagini di repertorio; tutto è spiegato tramite disegni bidimensionali molto stilizzati e ironicamente ammiccanti. La prima parte è spassosa e, anche se l’ultima metà tende a scivolare nell’autocelebrazione, nel complesso è un video godibile e scattante: dovrebbe essere visualizzato per la sua freschezza e non per chi o cosa rappresenta. È un ottimo modo per avvicinare ancora di più al calcio in modo leggero e lontano dalla mercificazione di ciò che è giusto rimanga una passione senza prezzo.