Come scegliere il dominio giusto per il tuo sito web

Come scegliere il dominio giusto per il tuo sito web

La settimana scorsa ci siamo occupati di spiegare cosa sono e come funzionano i motori di ricerca, oggi ci concentreremo come scegliere dominio giusto per il tuo sito. Un argomento spesso dato per scontato che riveste però un ruolo importante per la tua strategia di web marketing.

La scelta del nome del dominio

Uno dei primi passi da compiere quando decidi di essere online è la scelta del nome del tuo dominio. Questo sarà l’indirizzo della tua nuova casa digitale che rappresenta il biglietto da visita per tutti coloro che vorranno raccogliere informazioni su di te o sulla tua azienda. Probabilmente starai pensando che questo articolo nel 2017 non è poi così utile, perché qual è l’azienda che non ha un dominio internet oggi?

Bene, prima di tutto, ti invitiamo a leggere questo articolo:

Le nuove opportunità digitali per le microimprese italiane

Scoprirai che, analizzando un campione di circa 1200 microimprese italiane, solo il 62% ha attivo un dominio. C’è un 33% circa di aziende che non ne ha nemmeno uno e pertanto non è presente nel nuovo mercato digitale.

Ti diamo un altro dato: in Italia contiamo circa 4,2 milioni di microimprese (il 95% del totale delle unità produttive presenti nel nostro paese). 

In pratica 1 azienda italiana su 3 non ha un dominio ma, prima o poi, dovrà fare i conti con la realtà e decidere di avere una presenza sul web se non vorrà perdersi una vetrina che nel mondo conta circa 3 miliardi di utenti.

Se non hai ancora un sito leggi questo articolo:

Perché è importante avere un sito web? Parte I

Ecco perché riteniamo sia utile, anche nel 2017, partire dall’ABC e spiegare come scegliere bene il nome del dominio per il tuo sito web.

Cos’è un dominio?

Cercheremo di spiegarti, prima di tutto cos’è un dominio. Il sistema DNS (Domain Name System) è basato su una struttura che associa nomi di host ad indirizzi IP e viceversa, in cui troviamo dei domini di livello superiore TLD (Top Level Domain) collegati ad un nodo radice rappresentato da un punto.

Il nome di un dominio sarà pertanto rappresentato dall’estensione TLD e dal nome dell’Host. L’esempio grafico qui sotto spiega come è composto.

struttura dominio

Troviamo infatti:

  • URL che è l’indirizzo nella sua completezza;
  • il nome dell’host (halproductions);
  • TLD ovvero il dominio di primo livello (.com);
  • il dominio di secondo livello (www.halproductions.com);
  • ci sono anche domini di terzo livello, o sottodomini, che non sono null’altro che nomi aggiunti al dominio con un separatore in più (web.halproductions.com).

Come scegliere quello giusto?

Capito cos’è un dominio, cercheremo di darti alcuni consigli per scegliere quello più adatto alle tue esigenze.

  • Il nome del dominio deve essere relativamente breve

Più breve è un nome, più semplice è da ricordare. Utilizzare un dominio di 30-40 caratteri, sebbene rappresenti il nome completo della tua società, non è la scelta migliore. Soprattutto perché il tuo dominio verrà associato alle mail ufficiali della tua azienda.

Una mail info@fratellipincopallinoefiglisocietainaccomandatasemplice.it non è di semplice utilizzo

  • Scegli un nome facilmente pronunciabile

Non avventurarti in nomi complessi e astrusi, scegli termini che siano il più possibile diretti ed utilizzati nel linguaggio comune. Pensa a quando dovrai dettare il tuo dominio o la mail legata ad un possibile cliente. Un’informazione difficile da comunicare potrebbe complicarti non poco la vita.

  • Non violare il copyright

Verifica sempre che il nome che hai scelto non sia già in uso da altra azienda o peggio sia protetto da copyright! Questo ti mette al riparo, per primo, da una multa salata e, per secondo, dal rischio di confondere i tuoi clienti.

  • .com?.it?.net?.biz?. org?

Bisogna precisare che nella scelta del TLD bisogna tenere conto della zona geografica in cui si sviluppa la nostra attività. Se siamo un’azienda che lavora principalmente in Italia, il .it è perfetto. Sottolineiamo però che l’estensione ritenuta migliore è il .com. Le estensioni .org e .net sono anch’esse ritenute valide ma sono più per organizzazioni o comunità, sono quindi poco adatte per aziende o professionisti. Stesso di scorso vale per .edu e .gov che si rifanno a strutture governative o educative.

Qui trovi la lista completa dei Top Level Domain rilasciata dall’ICANN.

Le estensioni .com sono le più diffuse al mondo.

  • Trattini (-) si o no?

In generale i motori di ricerca interpretano i trattini (-) come spazi. Pertanto un dominio con queste caratteristiche può essere considerato una buona scelta perché ti permette di combinare due termini strategici per il tuo nome. La scelta dipende dai gusti personali, c’è chi ama l’indirizzo con il trattino e chi no. Chiaramente vale sempre la regola di non esagerare. Ti sconsigliamo un uso eccessivo, mai più di uno per dominio.

  • Keyword oppure no?

Abbinare una Keyword al nome della tua azienda potrebbe essere una soluzione utile a migliorare il rendimento del tuo sito in ottica SEO. Anche qui bisogna usare il buonsenso e non creare domini eccessivamente forzati. Se ad esempio gestisci una palestra o sei un idraulico un’ottima soluzione per il tuo hostname potrebbe essere abbinare la keyword al nome della tua attività (es: palestrapinco.it  o idraulicopallino.it). Inoltre può essere vantaggioso in molti casi inserire anche il nome della città in cui svolge la tua attività (per esempio palestrapincoroma.it). L’importante è fare attenzione a non allungare troppo il tuo hostname.

Conclusioni

La scelta del dominio, sebbene spesso venga data per scontata, è molto importante perché ti permette di partire con il piede giusto nella tua strategia di web marketing. Per questo va analizzata con cura e non sottovalutata o demandata ad altri. Il tuo indirizzo digitale accompagnerà sempre il nome della tua attività, i loghi, i biglietti da visita e sarà l’estensione nelle tue e-mail.

Se non hai ancora un sito e desideri iniziare ad essere presente sul web, prima di parlare di contenuti, layout e più in generale della tua strategia, fermati un attimo a pensare a quale indirizzo vuoi che sia ricercabile la tua azienda. Può fare la differenza.

Se vuoi una consulenza o semplicemente un consiglio su come avviare la tua azienda sul web compila il form qui con i tuoi dati e sarà nostra cura contattarti!

Cosa sono e come funzionano i motori di ricerca

Cosa sono e come funzionano i motori di ricerca

Questa settimana ci occupiamo di motori di ricerca. Uno strumento sempre più indispensabile nella vita di tutti i giorni e cercheremo di mostrarti cosa sono e come funzionano.

Motori di ricerca: le origini

Internet è ormai diventato un compagno insostituibile delle nostre vite. Viene utilizzato per i motivi più diversi: per svago, per lavoro o semplicemente per informarsi. Gran parte del business mondiale passa ormai attraverso la rete. Trovare velocemente quello che si cerca è un’esigenza fondamentale per tutti gli utenti. Ecco perché sono nati i motori di ricerca, per riuscire a ottenere le informazioni che ricerchiamo nel più breve tempo possibile.

Cos’è un motore di ricerca?

Un motore di ricerca è un sistema automatico capace di analizzare una grandissima quantità di dati e restituirli in un elenco ordinato. L’utente genera un input attraverso delle chiavi di ricerca (keywords) ed il motore fornirà un output sulla base di un algoritmo che ordina le informazioni ritenute più rilevanti.

Secondo una ricerca di Netcraft nel mese di marzo 2017 i siti presenti nel web erano 1,760,630,795. Questo dato ci fa capire quante informazioni sono disponibili in rete e quanto sia importante, soprattutto per chi fa business, non solo essere presente sul web ma essere ben visibile.

I primi motori

I primi motori di ricerca iniziarono ad apparire negli anni Novanta, quando con l’aumentare dell’attenzione e delle informazioni presenti in rete serviva uno strumento capace di fare ordine per rendere l’utilizzo del web più veloce ed efficace.

Aliweb può essere considerato il primo motore di ricerca. Nacque nel 1993 ma non ebbe particolare successo. Dopodiché si successero vari  progetti più fortunati tra cui Excite, Yahoo, Lycos, Altavista fino al 1998 quando Larry Page e Sergey Brin fondarono Google attualmente il n°1 al mondo.

La classificazione

I motori di ricerca possono essere classificati come:

  • motori di ricerca di prima generazione. Attivi  principalmente nella seconda metà degli anni Novanta (Altavista, Excite, Infoseek). Utilizzavano il semplice criterio delle keyword inserite nelle pagine HTML attraverso i Keywords Tag. Così venivano collegate le pagine web i cui meta-tag corrispondevano alle parole ricercate. Infine il motore ordinava i risultati in base alla pertinenza e rilevanza.
  • motori di ricerca di seconda generazione. Analizzano dati specifici del web ed hanno una maggiore capacità di elaborazione dati. Questi motori ci aiutano ad introdurre il concetto di visibilità in rete che sta alla base della SEO. Il sito non viene più analizzato solo in base alle keywords ma vi sono altri elementi: links, anchor text, click-through data, ecc.
  • motori di ricerca di terza generazione. Sono i motori più evoluti che tentano di dare risposta ai bisogni che stanno dietro alle query attraverso un’analisi semantica dei dati con aiuto all’utente (spell checking), determinazione del contesto (dov’è l’utente) ed integrazione di risposte multiple.

PageRank: La svolta di Google

Il punto di svolta di Google è l’introduzione del PageRank. Nella valutazione di un sito, oltre a diversi altri fattori, Big G introduce un algoritmo che considera i collegamenti tra i siti. I meta tag da quel momento cessano di avere un importanza così decisiva. Matts Cutts (Google Software Engineer) nel video qui sotto ci spiega che Google ignora i keywords meta tag.

Per determinare l’autorevolezza di un sito e quindi il suo posizionamento nelle classifiche di ricerca diventano decisivi i link verso il sito. Attraverso una complessa formula matematica si definisce il punteggio di ciascuna pagina. Per scalare le classifiche di Google diventa pertanto fondamentale attrarre link verso il proprio sito. Conquistare gli utenti veramente interessati a seguire i nostri articoli. I link che possono puntare ad un sito devono essere “naturali“, ovvero non richiesti o generati da scambio di link o a pagamento. Per cercare di ottenere questi link è  necessario proporre argomenti sempre aggiornati, non copiati, con approfondimenti interessanti per i nostri lettori.

Oggi Il PageRank è in parte superato, dopo essere stato per anni un punto di riferimento per molti addetti-web. Attualmente bisogna prestare attenzione a più metriche che hanno impatto sulla vita del nostro sito. Il lavoro di posizionamento sta uscendo da logiche meccaniche e sta abbracciando sempre di più logiche semantiche. Grande attenzione viene data al sito partendo da un’ottica completa che parte da fattori:

  • on page (struttura e contenuti);
  • off page (link popularity, directory, ecc).

Per emergere serve, oltre ad un sito ben strutturato, una strategia di contenuti capace di attrarre e mantenere una audience costante.

Come Funziona un motore di ricerca?

Definito cos’è un motore di ricerca cercheremo qui di spiegarne il funzionamento. Sebbene abbia un’architettura complessa i pilastri su cui si basa sono essenzialmente 5:

  1. SCHEDULER. Ha la funzione di programmare quando i crawler (o spider) dovranno eseguire l’analisi di una risorsa presente su un URL.
  2. CRAWLER (o spider). Come dei ragni si muovono tra le reti del web ed il loro lavoro principale consiste nello scandire tutti gli URL presenti. Raccolte le informazioni queste verranno catalogate in apposite Repository.
  3. INDEXER. Processa i dati generati dagli spider e genera indici e metadati che poi andranno a facilitare le nostre ricerche. Si tratta di un vero e proprio indice che fa una prima catalogazione.
  4. PARSER. Estrae i dati dal Repository e ne legge il contenuto, suddividendoli per tipologia. I contenuti vengono qui etichettati con ulteriori informazioni.
  5. QUERY PROCESSOR. Si tratta del Search Engine Software. Il sistema che accetta le richieste e fornisce le risposte sulla base dei primi 4 processi.

Si tratta di 5 fondamentali processi che assicurano il funzionamento di un motore di ricerca. Se desideri approfondire il funzionamento di Google qui trovi una spiegazione esaustiva fornita dall’ Università di Stanford.

Conclusioni

I motori di ricerca dovranno essere sempre di più in grado di processare enormi quantità di dati e fornire agli utenti output sempre più veloci e pertinenti. L’aumento esponenziale delle informazioni contenute nella rete potrebbe portare alla creazione di motori specifici per argomenti e ad un sistema di ricerche più intelligente, basato su una maggiore personalizzazione dei risultati. Questo perché web si sta dirigendo verso una maggiore direzione semantica, garantire informazioni corrette, originali e strutturate ai motori di ricerca permetterà di emergere sempre di più.

Vuoi sapere qual’è la situazione del tuo sito? Compila il form qui sotto, verrai ricontattato per un’analisi completa.

10 veloci SEO tips che fanno bene al tuo sito (e anche al tuo spirito)

10 veloci SEO tips che fanno bene al tuo sito (e anche al tuo spirito)

Happy SEO-Easter!

Pasqua si avvicina e prima di immergerci in questo lungo weekend festivo abbiamo pensato a tutti coloro che ci leggono e ci seguono settimanalmente. Questo articolo vuole essere un regalo nel vostro uovo di Pasqua virtuale. Ecco 10 SEO TIPS che possono essere utili subito e fare un gran bene al tuo sito e, why not, anche alla tua anima perché, si sa, a Pasqua siamo tutti più buoni…Tranne gli spider di Google.

Di cosa si tratta?

Probabilmente avrai letto numerose pubblicazioni, articoli fantastici su sofisticate strategie di posizionamento che, al momento dell’azione, non sei riuscito a mettere in pratica. Questi 10 consigli vogliono essere un prontuario ready-to-action per iniziare a rendere la tua SEO magari un poco meno elevata ma più pratica ed alla portata anche di chi non è un SEO specialist.

  1. Il Contenuto è il re o, se preferite, Content is the king

    Che sia in inglese o in italiano l’importante è metterselo bene in testa. Non ci stanchiamo e non ci stancheremo mai di ripeterlo. I contenuti sono fondamentali! Rivedi il tuo sito e investi sulla tua content strategy. Sono la base di partenza di ogni azione sul web. Non dimenticare il codice. Un buon sito parte inizia da lì.

  2. Ottimizza la struttura del tuo sito

    Fai in modo di avere un sito chiaro e semplice da navigare con pagine principali ben definite. Fai in modo che i testi presenti nel tuo sito rimandino a link interni per permettere a Google (e ai tuoi utenti) una migliore navigazione.

  3. Il tuo sito deve caricarsi in 2/3 secondi

    Fai un test per scoprire la velocità di caricamento della tua home. Nel web trovi diversi tool gratuiti e affidabili. (GTmetrics, WebPageTest).

  4. Rendi il tuo sito Responsive

    Da quando Google ha introdotto il Mobile-First Index i siti non sono più interpretati simulando un dispositivo desktop ma il mobile è diventato il dispositivo di riferimento (ne avevamo già parlato qui come una delle tendenze SEO del 2017). Se vuoi scoprire se il tuo sito è ok, qui trovi il test della Google Search Console.

  5. Fai la migrazione del tuo sito da HTTP ad HTTPS

    Dal 2017  Google ha iniziato a privilegiare i siti con protocollo https nei ranking di ricerca e a segnalare come “non sicuri” quelli rimasti in http. Come? Cosa? Sì, è vero, noi non l’abbiamo ancora fatto! Ma abbiamo messo in preventivo di farlo dopo Pasqua! Dopodiché faremo un articolo per descrivere i principali passaggi.

  6. Scrivi un blog

    Avere un blog aggiornato costantemente fa la differenza. Lo abbiamo spiegato la settimana scorsa nell’articolo: “Perché il tuo sito ha bisogno di un blog“. E scrivi bene, senza errori. Una buona grammatica non incide sulla SEO, ma sicuramente ti fa fare un’ottima figura con chi ti legge!

  7. Link popularity

    Scegli in modo molto accurato la campagna di acquisizione di link diretti al tuo sito web. Oggi devi selezionare con cura le directory che assicurano rating più alti e portano valore al tuo brand. Dall’introduzione dell’algoritmo Penguin Google pone molta attenzione alla qualità dei link in entrata ed in uscita dal tuo sito. Nella Google Search Console puoi monitorare i tuoi backlink e rimuovere quelli di bassa qualità o contenenti spam.

  8. Monitora il tuo sito

    Usa Google Analytics per avere un quadro completo. Quali sono le pagine più visitate e quali sono le pagine di uscita. Chiederti perché gli utenti lasciano il tuo sito proprio da quel punto è il primo step per iniziare a migliorare ed aumentare il traffico e la permanenza sul tuo sito.

  9. Scegli il dominio giusto

    Quando vuoi partire con un nuovo progetto web ricorda che una buona SEO inizia dalla scelta del dominio. Non andare oltre i 15 caratteri e non dimenticare che un indirizzo breve è più diretto e semplice da memorizzare.

  10. Be Social 

    Fai in modo che i contenuti del tuo sito possano essere facilmente condivisi sui Social Network. Questo permetterà a chi ti segue di postare velocemente un tuo contenuto che trova interessante.

  11. Dovevano essere solo 10 SEO tips 

    L’undicesimo consiglio non è proprio tecnico, bensì metodologico. Se vuoi scalare le classifiche nei motori di ricerca con il tuo sito e ritieni di non avere un bagaglio di conoscenze adeguato rivolgiti ad un consulente SEO. Un professionista preparato che sappia ideare e gestire una strategia per migliorare la visibilità del tuo sito!

Tutto qui? Allora è facile! Sono anche io Un SEO Specialist!

Mi dispiace ma dopo avere letto questo articolo non sarai un SEO Specialist ma avrai una buona base da cui partire per approfondire i temi che abbiamo trattato. Quest’arte oscura richiede tanto studio oltre ad anni di pratica e aggiornamento. Lo scopo di questo articolo è darti 10 consigli pronti all’uso per verificare lo stato di SEOLUTE (bello il gioco di parole no?!) del tuo sito e fornirti degli spunti di riflessione per iniziare ad avvicinarti alla Search Engine Optimization.

Se questi 10 tips non ti bastano, puoi contattarci e saremo lieti di offrirti il nostro supporto.

Perché il tuo sito ha bisogno di un blog

Perché il tuo sito ha bisogno di un blog

Avere un sito internet oggi e non curarlo, ormai lo sanno anche i sassi, è una delle peggiori scelte che potresti adottare se desideri essere visibile sul web. Spesso ci capita di incontrare clienti con un bellissimo sito che non comunica nulla e, soprattutto, essendo fermo non genera alcun tipo di engagement.

Se il tuo sito è ancora in letargo scopri qui come risvegliarlo!

Risveglia il tuo sito: 10 semplici regole SEO che puoi applicare da subito (Parte I° )

Cosa ti serve?

Mai sentito parlare di Content Marketing? ti spieghiamo subito cos’è. Si tratta di un efficace strumento di marketing per promuovere il proprio sito, aumentarne l’autorevolezza e parlare con i propri clienti. Non solo grazie a questo potrai aumentare il traffico verso il tuo sito e conquistare nuovi contatti. Il mezzo attraverso cui questa tecnica di marketing funziona è molto semplice: i contentuti. Decidi quali sono e come utilizzarli al meglio per comunicare al meglio quello che fai.

Perché il Blog?

Il blog è uno strumento strategico per il tuo sito che puoi imparare a gestire anche tu, decidendo settimanalmente quali contenuti portare all’attenzione dei tuoi clienti. Prima di iniziare però devi sapere che il blog non può essere improvvisato ma  necessita di una strategia per raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato.  Se scegli di dedicare una parte del tuo sito alla pubblicazione di articoli, sappi che sei sulla buona strada perché da uno studio del 2016 il blogging è stato considerato dai marketers uno delle migliori strategie di acquisizione clienti.

Come partire?

Crea un tuo profilo di utente

Per avere ben chiara la tua audience, prova a creare un profilo del tuo utente ideale: età, professione, reddito, interessi. Una scheda che ti darà le informazioni  fondamentali del tuo target. Una volta che avrai creato questa base il tuo sistema di valutazione dei contenuti da pubblicare sarà più efficace.

Scopri cosa cerca

Una volta definito il tuo target, cerca di scoprire cosa cerca nella rete, quali sono gli argomenti che sono maggiormente cliccati. Hai molti soluzioni per farlo, noi ti consigliamo Google Keyword Planner. Uno strumento di Google gratuito che ti permetterà di vedere i volumi di ricerca di tutte le Keyword di cui hai bisogno.

Pianifica

Ora ti serve una strategia. Questa fase di progettazione è molto importante perché ti permetterà di canalizzare i tuoi contenuti nella giusta direzione. Se ad esempio se sei un idraulico (sapevi che è una delle 5 professioni più cercate sul web!) dovrai scrivere consigli che possano essere utili ai tuoi clienti per le piccole riparazioni di casa, oppure delle tue recensioni sui prodotti migliori da utilizzare. Facendo in questo modo potrai diventare un punto di riferimento e costruirti un seguito che aumenterà il traffico sul tuo sito.

Pubblica

Definito il tuo progetto, puoi iniziare a pubblicare. Le cose più importanti in questa fase son due:

  1. sapere scrivere per il web. Ci sono regole da seguire per comporre contenuti ottimizzati per la SEO ed avere quindi maggiori possibilità di generare visite. Qui ti diamo 5 consigli per essere un buon Copywriter;
  2. sii costante, scrivere non da risultati immediati. Bisogna essere metodici e rispettare le scadenze di scrittura che ti sei dato. Solo così vedrai i risultati. Uno studio del 2015 conferma che le compagnie che hanno postato di più sono quelle che hanno aumentato maggiormente il loro traffico.

 Verifica

Dopo aver pubblicato, ricordati sempre di verificare il rendimento dei tuoi articoli. Ci sono molti strumenti di analisi. Per partire noi ti consigliamo Analytics. Si tratta di un tool gratuito offerto da Google per monitorare in modo organico le performance del tuo sito e, ovviamente, degli articoli del tuo blog. Attraverso la misurazione dei dati potrai capire se hai davvero intrapreso la strada giusta o se stai sbagliando. In questo caso potrai apportare dei cambiamenti utili a migliorare.

Conclusioni

Gli strumenti di Content Marketing sono molteplici e vengono scelti in base alle specifiche esigenze di ciascuno di noi. In questo articolo noi ti abbiamo consigliato il blog perché:

  • secondo è uno dei migliori mezzi di produzione di contenuti;
  • è alla portata di tutti;
  • permette di avere migliori ritorni anche in rapporto all’investimento;
  • permette di creare valore aggiunto alla tua attività;
  • la scrittura è ancora lo strumento di divulgazione più professionale.

Cosa aspetti? Prova ad iniziare muovendo i primi passi nel tuo blog e se hai bisogno di consigli, come sempre, ci puoi contattare qui!