Cannes: il ritorno

Cannes: il ritorno

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I premiati

L’Italia in concorso al festival di Cannes 2013? A bocca asciutta, o almeno parrebbe. Tutte le previsioni (che quasi mai hanno riscontri reali), su un possibile premio a Paolo Sorrentino per il suo La grande bellezza, hanno deluso. Niente. Nemmeno il premio della giuria che era riuscito a conquistare Il Divo nel 2008. Il cinema italiano non è stato apprezzato? Non proprio. Si è disquisito solo del film italiano “più famoso” ma non di tutto il resto, di quello che non è così evidente ma che c’è, nonostante tutto. Stiamo parlando di quelli che tentano di emergere, piccoli pesci che faticano a sopravvivere nel piccolo stagno della commercializzazione, occupato e gestito da pochi grossi nomi. , oltre a quello per la migliore rivelazione.

cannes_festival_2013

Cannes festival 2013

E poi c’è la menzione d’onore della giuria ecumenica assegnata a Miele, coraggioso esordio alla regia di Valeria Golino. Pare poco? Forse, ma è comunque un inizio. Non ci sono solo due o tre nomi in Italia. C’è una generazione che cresce, che scrive e che ha tanto da dire. E non si tratta di emergenti over quaranta (per non dire senior) ma di giovani nel vero senso della parola con passione, voglia di fare e capacità di raccontare. C’è un mare, basta solo non fermarsi in superficie. Avere pazienza, immergersi in profondità e cercare le perle nascoste nel mare della mercificazione. Cercare i prodotti pregevoli non sufficientemente pubblicizzati ma che esistono, grazie al cielo, e che rendono ancora più ricco il panorama cinematografico italiano. La varietà e la qualità dovrebbero e devono essere il nuovo must.

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The Walking dead: le web serie

The Walking dead: le web serie

L’idea di Frank Darabont

Nel 2010 è comparsa sugli schermi la serie The Walking dead tratta dall’omonimo fumetto. La prima serie prodotta dalla AMC e da Frank Darabont si è rivelata un successo e il gradimento degli spettatori si è intensificato con l’andare delle puntate, così tanto da far decidere ai produttori di girare anche una quarta serie. Come i più conosceranno, The Walking dead tratta dell’invasione degli zombie sul nostro pianeta e i sopravvissuti, un gruppo eterogeneo di persone, cerca di barcamenarsi tra mille pericoli e peripezie.

La storia di per sé è già sentita ma, per gli amanti del genere e anche per i non amanti, è decisamente interessante e ben strutturata. Accanto alla serie canonica è stata lanciata, due settimane prima della messa in onda della seconda stagione, una web serie dal titolo The Walking dead: Tom Apart, diretta da Greg Nicotero e sceneggiata dallo stesso insieme a John Esposito. La mini-serie tratta delle vicende di Hannah (il primo zombie ucciso dal protagonista Rick Grimes) e della sua vita prima di diventare un morto che cammina. Dopo essere stata distribuita sul canale online della serie televisiva, è stata anche doppiata in italiano e distribuita online su Foxtv.it, con il titolo Storia di uno zombie. Due settimane prima della terza stagione è stata annunciata l’uscita di una nuova puntata diretta sempre da Nicotero: The Walking dead: cold storage.

Hannah (il primo zombie ucciso dal protagonista Rick Grimes)Hannah (il primo zombie ucciso dal protagonista Rick Grimes)

Hannah (il primo zombie ucciso dal protagonista Rick Grimes)

Visibilità su web

Le web serie hanno dato un’ulteriore cassa di risonanza alla serie televisiva e sono un ottimo canale per avere una visibilità immediata sulla rete e non solo. Questa operazione di marketing è diventata ormai un trend per le grandi serie televisive. Da quella fruita in modo passivo si passa a questa web di tipo attivo, scelta autonomamente dall’utente che decide se e quando approfondire la conoscenza di qualcosa che fino a poco tempo fa gli era negato.

Lo spazio narrativo non si esaurisce così solo alla sua trasmissione televisiva ma prosegue e si espande su altri canali che fidelizzano maggiormente lo spettatore. L’internauta ha ora la possibilità di approfondire sempre più i suoi interessi e contribuire ad accrescere la visibilità della serie canonica influenzando lui stesso le scelte di produzione. In sintesi questo tipo di crossmedialità ormai è ovunque, tutto sta nel capirla sfruttando a pieno le grandi potenzialità che può offrire.

Il primo maggio secondo Elio e le Storie Tese

Il primo maggio secondo Elio e le Storie Tese

L’articolo

Cristiano Governa de Il Fatto Quotidiano scrive: Riusciremo a ridere di piccoli capolavori come il “Complesso del primo maggio”, capendo che in fondo, stanno parlando anche di noi?.

Il tutto perché la canzone di Elio e le Storie Tese è una canzone che dice cose ovvie con disarmante semplicità e la solita inconfondibile ironia che contraddistingue il gruppo. La canzone sbeffeggia tutta l’impalcatura che c’è dietro alla festa del primo maggio: dal concerto stesso diventato ormai un rito stanco, seguito solo perché gratuito, all’ “omaggio” a colleghi riproposti con virtuosismi ed eclettismi rari e degni di nota. In risposta alla loro canzone sono stati chiamati a eseguire il loro “Complesso del primo maggio” al Concerto del Primo Maggio a Roma: un evento. Non v’è dubbio che Elio e le storie tese sanno suonare e si divertono a farlo. In Piazza San Giovanni hanno partecipato con loro anche Paola Folli, Eugenio Finardi e l’immancabile showman Mangoni (uno dei fondatori storici del gruppo).

Luca Mangoni in una delle sue numerose performances

Luca Mangoni in una delle sue numerose performances

Il significato

È però importante soffermarsi sul significato dell’opera musicale degli Elio e le Storie Tese alla luce del nostro attuale contesto storico-culturale. L’ironia del gruppo milanese è nota a tutti; fin dalle origini gli Elii sono riusciti ad analizzare in maniera scherzosa tutti gli aspetti della nostra società che non sembrano funzionare trovando, anche dove non sembra esserci, un lato comico. La loro satira si avvicina molto a quella dei satiri dell’antica Grecia che spesso, con canzonette ed epigrammi, denunciavano i malcostumi dell’epoca riuscendo a fare riflettere le persone tramite una risata. L’aspetto comico è la carta più importante poiché, a differenza di codici di comunicazione più seri, colpisce più facilmente e velocemente l’uditore.

Ripensando a Giorgio Gaber ed a Enzo Jannacci, artisti che hanno fatto del loro modo ironico di raccontare la società uno stile di vita artistico, possiamo dire che Elio e le storie tese siano tra i pochi in grado di raccogliere la loro preziosa eredità.