Ieri, presso il MEF – Museo Ettore Fico di Torino – si è tenuta la festa di Natale organizzata dall’associazione Réseau Entreprendre Piemonte (REP). La serata è stata presentata dalla Direttrice di REP Lisa Orefice e dal Presidente Mario Montalcini. L’evento è stato l’occasione per raccontare i progressi dell’associazione, nata a Torino nel 2010, a cui fino ad oggi sempre un maggior numero di Imprenditori affermati ha donato tempo e denaro per aiutare le giovani start-up a svilupparsi. Il sistema, esportato dalla Francia, si sta sviluppando anche in Italia: oltre alla Regione Piemonte è infatti da poco stata aperta la sezione di Réseau Entreprendre Lombardia. La serata è stata aperta dal video istituzionale sull’associazione realizzato da H.AL Productions Srls e da Tipper Snc,un’opera che ha coinvolto due giovani aziende cresciute grazie al supporto di REP e che riassume la passione e l’impegno di coloro che credono nei valori di Réseau.
H.AL Productions parteciperà al festival Europeo del cortometraggio PerCORTI di vitaorganizzato dall’Associazione torinese Percorsi di Vita. Il festival si terrà nelle giornate del 24 e 25 maggio a Torino e la premiazione avverrà il 25.
Il festival è una rassegna sull’anima e i cortometraggi dovranno riguardare tale tematica. H.AL Productions ha prodotto un corto dal titolo “Daily anima”.
Il nostro protagonista è un uomo alle prese con la vita di tutti giorni, distratto e oberato dal lavoro.
Nascosta dentro di sé c’è ancora l’anima del bambino che è stato: spontanea e aperta alla vita. Nonostante tutto la nostra anima continua ad essere pura; basta fermarsi, godersi una giornata di sole ed imparare ad ascoltarla.
Già tempo fa ci siamo interrogati sulla moda impazzante dei selfieed ora, siamo alle prese con le sue finalità creative. L’artefice di queste finalità è il teenager americano Matt Perren che tre anni fa ha deciso di farsi un autoscatto, poi il giorno dopo un altro e un altro ancora fino a quando non è diventato un’abitudine quotidiana, tanto da aver raccolto oltre duemila selfies. Ma non è tutto, perché ha deciso di assemblarli in un video cosiddetto lip-sync mentre canta “Don’t stop me now” dei Queen.
Matt Perren
L’effetto è immediato. Nel corso della canzone le immagini che si susseguono mostrano i segni del tempo sul volto del protagonista che cresce e che, a fine canzone, ritorna di nuovo un ragazzino facendo una sorta di count-down dei selfies fatti. Non si assiste solo al cambiamento fisico di un ragazzo ma, piuttosto, all’evoluzione della specie dei giovani creativi in grado di costruire piccole opere d’arte con l’aiuto delle nuove tecnologie.
L’Amministratore Delegato Michael Dubin decide di realizzare un video commerciale la sua azienda diventando lui stesso attore e mente creativa del suo spot. Fin qui niente di nuovo. Se ci pensiamo anche Ennio Doris fa lo spot per la sua banca. L’unica differenza è che da quando l’imprenditore trentaquattrenne ha postato lo spot commerciale su YouTube, in soli due giorni ha ottenuto 1 milione di visualizzazioni e 12.000 acquirenti. Questa è la start-up dell’e-commerce americano Dollar Shave Club. Il successo è dovuto a questo giovane che, usando una parola inflazionata, si potrebbe definire smart. É un imprenditore dinamico che sembra non prendersi troppo sul serio (ma in realtà non è così perché il business è una cosa seria) e, soprattutto, è al passo con i tempi. Il punto di forza sta senza dubbio nella comunicazione semplice, ironica ed efficace.
Ma non è tutto. Ciò che viene pubblicizzato è anch’esso un prodotto molto semplice: un rasoio da barba standard, con l’impugnatura in gomma, senza orpelli particolari se non con la sola (vantaggiosa) possibilità di avere le ricariche direttamente a casa tramite un abbonamento mensile. Per i clienti che non hanno tempo e voglia di andare sempre al supermercato a rifornirsi. Se vi sembra tutto troppo semplice e banale pensate al Rasoio di Occam e forse cambierete idea. Guglielmo di Occam (traduzione di William of Ockham) suggeriva, già secoli fa, di evitare ipotesi aggiuntive quando quelle iniziali sono sufficienti. Il rasoio serve a tagliare inutili considerazioni ed elucubrazioni per concentrarsi e puntare al cuore del problema. Questo video taglia il superfluo e va direttamente all’essenziale.
Chissà quante visualizzazione avrebbe avuto Occam ai nostri giorni?
Nel 2010 è comparsa sugli schermi la serie The Walking dead tratta dall’omonimo fumetto. La prima serie prodotta dalla AMC e da Frank Darabont si è rivelata un successo e il gradimento degli spettatori si è intensificato con l’andare delle puntate, così tanto da far decidere ai produttori di girare anche una quarta serie. Come i più conosceranno, The Walking dead tratta dell’invasione degli zombie sul nostro pianeta e i sopravvissuti, un gruppo eterogeneo di persone, cerca di barcamenarsi tra mille pericoli e peripezie.
La storia di per sé è già sentita ma, per gli amanti del genere e anche per i non amanti, è decisamente interessante e ben strutturata. Accanto alla serie canonica è stata lanciata, due settimane prima della messa in onda della seconda stagione, una web serie dal titolo The Walking dead: Tom Apart, diretta da Greg Nicotero e sceneggiata dallo stesso insieme a John Esposito. La mini-serie tratta delle vicende di Hannah (il primo zombie ucciso dal protagonista Rick Grimes) e della sua vita prima di diventare un morto che cammina. Dopo essere stata distribuita sul canale online della serie televisiva, è stata anche doppiata in italiano e distribuita online su Foxtv.it, con il titolo Storia di uno zombie. Due settimane prima della terza stagione è stata annunciata l’uscita di una nuova puntata diretta sempre da Nicotero: The Walking dead: cold storage.
Hannah (il primo zombie ucciso dal protagonista Rick Grimes)
Visibilità su web
Le web serie hanno dato un’ulteriore cassa di risonanza alla serie televisiva e sono un ottimo canale per avere una visibilità immediata sulla rete e non solo. Questa operazione di marketing è diventata ormai un trend per le grandi serie televisive. Da quella fruita in modo passivo si passa a questa web di tipo attivo, scelta autonomamente dall’utente che decide se e quando approfondire la conoscenza di qualcosa che fino a poco tempo fa gli era negato.
Lo spazio narrativo non si esaurisce così solo alla sua trasmissione televisiva ma prosegue e si espande su altri canali che fidelizzano maggiormente lo spettatore. L’internauta ha ora la possibilità di approfondire sempre più i suoi interessi e contribuire ad accrescere la visibilità della serie canonica influenzando lui stesso le scelte di produzione. In sintesi questo tipo di crossmedialità ormai è ovunque, tutto sta nel capirla sfruttando a pieno le grandi potenzialità che può offrire.
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H.AL è una web agency con sede ad Asti che si occupa non solo di realizzazione di siti internet, ma può curare interamente la tua comunicazione digitale.
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